Lezioni di Storia

La realtà a volte supera la fantasia. I personaggi reali, a volta, si comportano anche meglio di quelli dei libri. A titolo di esempio, oggi vi voglio raccontare una storia che per la sua assurdità sembra presa da uno di quei libracci di serie B: i personaggi sono stereotipati e i colpi di scena, spesso assolutamente spiazzanti, sono degni di uno sceneggiatore con tanta fantasia ma senza i piedi per terra.
Procediamo con ordine: per iniziare ci serve un luogo. Diciamo che il luogo dove si svolge la nostra storia è nel vicentino. Una scuola di Vicenza. Come insegnano a scuola, all’inizio di ogni storia c’è un evento che turba una situazione di iniziale tranquillità: diciamo che, visto che in questo periodo ricorre il ventennale della caduta del muro di Berlino, il fatto scatenante sia la distribuzione nella scuola di un opuscolo su questo fatto storico finanziato dalla regione. La nostra storia ha però bisogno di un cattivo: facciamo che l’idea di distribuire questo opuscolo sia venuta ad un assessore del centro-destra. Diamole anche un nome: Elena Donazzan. La nostra assessora, in quanto ex-AN (massì, così odia di più il comunismo), fa scrivere su questo opuscolo cose molto cattive sul comunismo e molto ambigue sul fascismo. E diciamo che i professori della nostra scuola (diamole un nome: chiamiamola “Rossi”, così si capisce da che parte stanno) siano in disaccordo con quanto scritto sull’opuscolo, e decidano quindi di inviare una lettera aperta ai giornali locali. La lettera è bella lunga, non voglio annoiarvi: ve ne scrivo solo i pezzi fondamentali, per farvi capire.

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