Il muro

Propongo una poesia scritta da un minatore e poeta tedesco (Kunze) dopo l’abbattimento del Muro di Berlino. Abbattuto il muro e riunitesi due parti di popolo ormai disabituate a stare insieme, si crea uno strano disorientamento. Questa poesia mi piace, perché l’autore non tira in ballo differenze politiche, religiose, culturali o di civiltà (e come potrebbe?): rivela che si tratta solo di abitudine e fiacchezza mentale.


Il muro

Quando l’abbiamo abbattuto non immaginavamo
quanto fosse alto
dentro di noi

C’eravamo abituati
al suo orizzonte

E all’assenza di vento

Alla sua ombra nessuno
gettava ombra

E ora siamo qui
spogli di giustificazioni

15 Risposte

  1. Forse il minatore tedesco che ha scritto questa poesia era dell’Est.
    E’ bella e toccante, mi sembra di leggervi, però, quasi un senso di nostalgia, la “nostalgia” tedesca del Good Bye Lenin.
    Ciao Ippaso, un abbraccio.

    • Beh, hai intuito. Era un poeta dissidente della Germania dell’Est. Poi però si trasferì ad Ovest nel anni ’70 (non ricordo se scappò o fu cacciato o che altro).

      Ciau, a presto!

  2. è bella questa poesia. però… boh, non so, ci devo pensare per vedere se corrisponde con l’idea di Germania che mi sono fatta qui…

    • Si tratta pur sempre di una poesia scritta più di 20 anni fa. Credo che quel che lui dice a proposito dalle nuova Germania unita potrebbe essere non più vero,

      Ciao nnloso! 😀

  3. P.S.: sbaglio o hai cambiato sfondo? Mi piace i rosso (e se è sempre stato così scusa, “sbadata” è il mio secondo nome)

  4. ehm… quella sopra ero io… sto cercando di esportare il vecchio blog e mi sono fatta account ovunque… 🙂

    • Sì, infatti il saggio wordpress ti aveva riconosciuto (dalla mail suppongo) e dato lo stesso mostriciattolo come disegnino! Furbo lui! 😀

      Grazie per la visita! A presto!

      P.S.
      Il rosso l’ho messo a Natale o a Capodanno, non ricordo, e non l’ho più tolto.

      • decisamente sono sveglia…. 😀
        Certo, lo so che è una poesia di 20 anni fa, però mi ha fatto suonare qualche campanello, che non riesco a decifrare. Probabilmente però, come dici tu, ha più a che fare con la mia idea di Germania che con la Germania reale. Comunque mi piace.

        • Beh, io intendevo che forse ora la Germania è proprio come la vedi tu, e non come è raccontata in questa poesia, che parla del passato recente, ma forse nel commento mi ero introfacchiato (ahhhh che bella parola!).

          Come vedi mi ingarbuglio pure io spesso… decisamente sveglio anche io! 😀

          Ciao a presto!

  5. E’ una poesia triste,ma allo stesso tempo forse piena di speranza per il futuro.
    Ciao ippaso a presto Lidia.

    • Leggo che in molti riconosciamo questi due sentimenti nella poesia. Anche mbj nel commento suo.

      E’ una poesia molto bella.
      Ciao a presto!!!

  6. “Alla sua ombra nessuno
    gettava ombra

    E ora siamo qui
    spogli di giustificazioni ”

    è rimpianto misto a speranza… una poesia molto intensa… forse è proprio vero che quel simbolo di divisione… non fosse solo un simbolo ma il vivere la vita in modi del tutto differenti…

    è come essere spogliati di un qualcosa di tuo per farti vestire i panni di qualcun altro…

    poesia molto toccante

    Ciao e buona serata 🙂

    • Ammetto che non sarei in grado di raccontare questa poesia, di spiegarne bene ogni verso come si faceva a scuola… ma tu mi hai dato qualche dritta interessante!
      😉

      Ciao, buona serata!

  7. Prima o poi i muri crollano… e quelli altissimi costruiti nella mente non vanno giù col piccone.

    Bella poesia!

    Buona giornata Ippaso! 😉

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