Twinkieeeeeees!

In Cina alla fine degli anni ’80 i giovani scesero in Piazza Tienammen contro il sistema comunista cinese. Chiedevano una svolta liberista: qualcuno riassunse, non senza suscitare polemiche, che i giovani reclamavano la libertà di bere Coca Cola.

Ora in America accade qualcosa di tanto simile e opposto da sembrare riflesso in uno specchio. I giovani chiedono una svolta anti-neo-liberista e si mobilitano per chiedere la nazionalizzazione dell’industria dei Twinkies.

Le società liberiste si stufano degli squali della finanza proprio come le società socialiste di stufano degli immobili (e immobilizzanti) notabili di partito. Ora, io trovo insopportabile il bisogno di Coca Cola e di Twinkies e dell’altra spazzatura commerciale che il capitalismo ci propina, e spero che verrà abbattuto a spallate di cultura e felicità (bah), ma nel frattempo resta fermo il diritto individuale di comportarsi in questo modo:

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“Naturalis facultas eius quod cuique facere libet”

mario monti, ebreo massone goldman sachs bildeberg o che altro?

Mentre gli italiani continuano a sospettare di Monti (massone, sionista, avanguardia in Italia di un qualunque potere forte), stanno arrivando le “liberalizzazioni”.

I partiti? N.P.

La politica italiana pare quel che rimane di un campo di battaglia una volta che gli eserciti lo han abbandonato. Un silenzioso deserto che loro chiamano falsamente “pace” (loro, i capi degli eserciti) o “larga intesa” (loro, i leader politici).

In una fase di crisi capitalistica, privatizzare e “liberalizzare” significa anche attribuire la colpa al welfare, alle sfumature socialiste della società. Vedremo se cancellando queste e rendendo monocromatico il dipinto ne usciremo vivi.

Ci tengo infine a sottolineare la virgolettatura del termine “liberalizzazioni”: infatti io credo che esista una differenza profonda tra liberalismo (morale) e liberismo (economico).
A proposito… dimenticavo il titolo: il liberalismo deve avere come risultato la libertà per ciascun uomo di poter fare ciò che ha nella propria facoltà naturale. Di seguire le proprie inclinazioni e i proprio sogni.
Questo motto latino sarà perciò il mio metro per le riforme.

I libri di Ottobre e Novembre

Ecco i libri di Ottobre/Novembre, se non ne salto qualcuno (ahimé la selezione di questi due mesi ha delle note negative sulle quali taccerò – per ora). Sembra che io abbia letto un sacco, ma considerate che alcuni sono “corti” e che quello di O’ Brien non l’ho manco finito:

  • Ragazzi di vita, PPPasolini
  • Una pinta di inchiostro irlandese, Flann ‘O Brien
  • Indignatevi!, Sthéfane Hessel
  • Beethoven era per un sedicesimo nero, Nadine Gordimer
  • Fleurs, Rimbaud
  • Il Megafono Spento, cronache da un mondo troppo rumoroso, Saunders
  • La Nausea, Sartre
  • Liberismo e Liberalismo (testi vari), Croce e Einaudi

Ora sto leggendo “La Rivoluzione Liberale” di Gobetti. Bello, in questo libro arde tutto il fuoco e la passione di un vent’enne qual era Gobetti… eppure pare scritto da qualcuno saggissimo e quindi vecchissimo. Proseguirò coi libri – solo quelli che mi interessano – che escono con SETTE il giovedì (settimanale del Corriere della Sera). Stanno uscendo anche altri libri, con l’Espresso, ma son decisamente meno interessanti.

Infine un bell’articolo di Cecilia Zecchinelli (sempre sul CDS) mi ha fatto venire voglia di informarmi su “Quartetto”, di un certo Laurence Durrell.

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Politicizzati! (post veloce e mal scritto sulla nuova inchiesta parlamentare sulla politicizzazione dei libri di testo scolastici)

Io al Liceo studiai filosofia. Ricordo che all’ultimo anno ebbi a che fare sia con filosofi di sinistra (ex: Marx), sia con filosofi di destra (ex: Croce). Gramsci, sebbene di sinistra, manco sfiorato. Il mio prof. era imparziale.

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